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al cnel il progetto di sli per i detenuti

Reinserimento occupazionale detenuti 17.06.2025
Al Cnel giornata di confronto su formazione e inserimento occupazionale delle persone private della libertà personale.

In Italia, parlare di lavoro in carcere significa ancora oggi affrontare un tema che, pur previsto dalla Costituzione come parte integrante del percorso rieducativo della pena, resta marginale sia nel dibattito pubblico che nelle strategie di politica del lavoro. Eppure, il lavoro dei detenuti – se opportunamente strutturato e sostenuto – può rappresentare una leva potente per l’inclusione sociale, la riduzione della recidiva e lo sviluppo locale.

Secondo i dati del Ministero della Giustizia relativi ad aprile 2025, la popolazione detenuta in Italia supera le 62.000 unità. Di queste, circa 21.300 persone svolgono un’attività lavorativa all’interno o all’esterno degli istituti penitenziari. La maggior parte – oltre l’85% – lavora alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria, in mansioni con basso impatto occupazionale.

Sviluppo Lavoro Italia  è intervenuta su questo tema al panel tecnico “Reti, soggetti e sistemi per inclusione socio lavorativa dei soggetti in esecuzione penale: piattaforma SIISL, Programma GOL, Cassa delle Ammende, CNUPP, Fondo per la Repubblica Digitale.”  

Il progetto: “Reti specialistiche e misure per l’inserimento lavorativo delle persone detenute”, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, finanziato nell’ambito del Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro del FSE+ e realizzato da Sviluppo Lavoro Italia è stato presentato da Annamaria Savi.

Nel corso dei lavori è stato evidenziato che l’intervento di Sviluppo Lavoro Italia ha come obiettivo quello di trasformare l’inserimento lavorativo dei detenuti in una politica strutturale, costruendo reti territoriali, integrazione dei servizi e coinvolgimento attivo del tessuto economico-produttivo. L’obiettivo è quello di coinvolgere 1.000 persone detenute in percorsi formativi e lavorativi. La sperimentazione è in corso in cinque Regioni – Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Sicilia, selezionate per rappresentare differenti contesti territoriali, normativi e sociali.  Tra le azioni principali, intraprese è stata segnalata l’apertura di Sportelli Lavoro in otto istituti penitenziari chiave, tra cui Roma, Palermo, Catania (IPM “Bicocca”), Bergamo, Brescia, Udine e Trieste.