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Eventi 29.05.2025
Sviluppo Lavoro Italia entra a far parte del Sistema Informativo delle Professioni

Presso la sede dell’Inapp si è svolto un workshop sul progetto di condivisione dei dati delle principali istituzioni che si occupano di mercato del lavoro 

“Un lavoro straordinario che certamente utilizzeremo per disegnare e costruire policy o progetti da finanziare. Si tratta infatti di una base molto solida da cui partire per fare meglio”. È il giudizio di Massimo Temussi, direttore generale Politiche attive del lavoro, dei servizi per il lavoro e degli incentivi dell’occupazione presso il Ministero del lavoro, sul Sistema Informativo delle Professioni, un progetto che valorizza e mette a sistema i patrimoni di dati statistici e amministrativi sulle professioni.

Lo strumento, ideato da Inapp e Istat, è un panorama completo e analitico delle caratteristiche di tutte le professioni esercitate in Italia, che dà la misura della loro consistenza occupazionale attuale e delle tendenze a breve e medio termine del mercato professionale, delle loro competenze, individuando le opportunità di impiego in tempo reale e gli strumenti per l'orientamento professionale.

Al workshop che si è svolto ieri presso la sede dell’Inapp erano presenti tutti i partner che via via hanno preso parte al progetto: Inps, Inail, Unioncamere, Mur, Almalaurea, Alfa Liguria, Collegio Nazionale degli Agrotecnici e, da qualche settimana, Sviluppo Lavoro Italia.

La novità del progetto è riassunta del direttore generale dell’Inapp Loriano Bigi: “Il valore aggiunto del sistema è rappresentato dalla possibilità di navigare all’interno di informazioni, banche dati e analisi che sono di proprietà e origine estremamente diversa senza che alcun partner avochi la proprietà del dato. Il sistema non mette in rete solo il dato e l’informazione ,ma i soggetti che generano queste informazioni”.

Diverse sono le tipologie di utenze che possono beneficiare del sistema. Le ha ricordate Maria Grazia Mereu, responsabile Gruppo di ricerca “Professioni” e referente Sistema Informativo Professioni per l’Inapp: “dalle famiglie ai giovani in cerca di occupazione che possono utilizzare lo strumento per orientarsi e capire quali sono le conoscenze e le competenze su cui investire; dai lavoratori, che vogliono transitare a un’altra professione, alle imprese che possono conoscere le caratteristiche della forza lavoro per adattarla ai cambiamenti tecnologici e di mercato; dagli operatori della formazione, che possono trovare informazioni utili per progettare interventi mirati, a quelli del mercato del lavoro, che possono avere informazioni fondamentali per gestire l’incontro tra domanda e offerta; e poi ci sono i decisori politici e le istituzioni pubbliche, che possono trovare elementi utili per adottare strategie e misure per rendere il mercato del lavoro più efficiente e per aumentare l’occupazione. Tutte queste diverse tipologie di utenza possono esplorare il sistema attraverso un widget interattivo, cioè uno strumento consultabile online che consente di navigare tra le informazioni partendo da qualsiasi professione (o "nodo") e accedere a tutti i dati collegati: competenze richieste, percorsi formativi, trend occupazionali ecc.”.

Qual è il contributo di Sviluppo Lavoro Italia al progetto? Lo ha spiegato Leopoldo Mondauto, responsabile del Servizio Statistico di Sviluppo Lavoro Italia, a partire dai dati delle Comunicazioni obbligatorie: “l’idea della nostra piattaforma LMI era quella di valorizzare questo enorme sistema informativo tentando di costruire strumenti di supporto per il lavoro degli operatori dei servizi per l’impiego. La piattaforma consente di avere una panoramica di dettaglio sulla domanda di lavoro dipendente e parasubordinato per singola unità professionale per bacino territoriale dei centri per l’impiego. Ma non solo. Seguendo un campione di 11,5 milioni di lavoratori che nell’arco di tempo di 5 anni hanno visto concludere un rapporto di lavoro si può misurare il tasso di riattivazione per professione: ad esempio, il 77,9% dei tecnici programmatori che hanno interrotto il rapporto di lavoro ne ha iniziato un altro dopo un anno. Il tasso può essere poi analizzato per genere, classe di età e causa di cessazione, tipo di contratto e natura del nuovo lavoro: risulta infatti che la maggior parte dei tecnici programmatori che vedono concludere il rapporto di lavoro trovano un nuovo lavoro come analista e progettista di software. È un’informazione importante in un’ottica di upskilling e reskilling per un operatore del centro per l’impiego”.

“Sulle professioni, specie quelle più innovative come quelle dell’information Technology, si gioca la battaglia decisiva” ha commentato Temussi nell’ultima parte del workshop. “Non basta mappare le professioni, questo strumento può essere utile a individuare e creare le professioni avamposto dell’innovazione, in particolare sull’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati e la costruzione di algoritmi. Questo lavoro può farci capire dove siamo, ma anche aiutarci a costruire un pezzo di futuro, individuando le future skill”.

Il discorso è stato ripreso in conclusione dal presidente dell’Inapp Natale Forlani, “Il Sistema Informativo delle Professioni va a incidere su uno dei grandi problemi delle politiche attive del lavoro, cioè la governance, la capacità di far cooperare attori istituzionali che detengono un certo tipo di informazione e offrono servizi operativi. Questa sinergia può rivelarsi determinante nel far aumentare la produttività delle politiche attive. E può essere importante per incrociare fabbisogni e capacità di risposta formativa, che in Italia è troppo spesso deficitaria dal punto di vista dell’offerta di servizi ma anche da quello della domanda”.

 

 

Natale Forlani e Massimo Temussi