
Sotto la lente oltre 800 professioni sulla base di fonti sia quantitative che qualitative
L’obiettivo è fornire innanzitutto (ma non solo) agli operatori dei servizi per il lavoro uno strumento di rapida consultazione che consenta di valutare la “compatibilità”, o meglio la spendibilità, tra una professione e il tessuto produttivo del territorio, fornendo un prezioso supporto nell’orientare le persone che si rivolgono ai Cpi.
Lo strumento è il Labour Market Intelligence (LMI), la piattaforma creata e curata dal Servizio Studi di Sviluppo Lavoro Italia.
Un lavoro certosino di mappatura e interpretazione dei dati e dei fenomeni del mercato del lavoro cominciata qualche anno fa ed evolutasi man mano con l’integrazione sempre più sofisticata di aspetti non solo quantitativi ma anche qualitativi. La piattaforma si avvale di cinque autorevoli fonti nazionali e internazionali: quantitative (Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie - Ministero del Lavoro; Indagine sulle Forze Lavoro ISTAT; Indagine Excelsior Unioncamere), e qualitative (Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni INAPP; Classificazione ESCO - European Skills, Competences and Occupations della Commissione Europea).
LMI è stato presentato al ForumPa nel corso dell’incontro “Decifrare il futuro del Lavoro. LMI per orientarsi nel mondo dei green e digital jobs”, con la partecipazione di Leopoldo Mondauto e Marco Manieri, rispettivamente responsabile del Servizio statistico di Sviluppo Lavoro Italia e ricercatore dello stesso Servizio statistico.
Un’occasione per illustrare, attraverso dati e immagini, la piattaforma, raggiungibile da qualunque cittadino oltre che dagli addetti ai lavori tramite l’indirizzo https://lmi.sviluppolavoroitalia.it, che fornisce informazioni sui mercati del lavoro locali (regionali, provinciali, per città), ma anche il livello di soddisfazione per il proprio lavoro (che fa parte dell’Indagine Istat sulle forze di lavoro), il “rating delle professioni”, e una serie di altre informazioni che possono aiutare nell’orientamento, come ad esempio le traiettorie lavorative, attraverso quali canali avviene l’ingresso nel mondo o il re-ingresso dopo aver perso la precedente occupazione.
Complessivamente LMI offre l’analisi dei dati su 810 unità professionali, più di 40 mln di contratti attivati e cessati di fonte SISCO disponibili a livello di: Regione, Provincia, bacino di competenza dei CpI; 1,5 mln di Entrate previste su base trim. e regionale di fonte Indagine Excelsior (Unioncamere); 2,9K Occupations di fonte ESCO; 3K Conoscenze e 10K Abilità di fonte ESCO (classificate per tipologia); 949 ADA (Aree di attività) di fonte Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni (INAPP); il numero di contratti attivati, cessati, il numero lavoratori coinvolti e il numero di aziende interessate; le transizioni naturali che abitualmente si verificano nel mercato del lavoro, oltre al tasso di riattivazione; il titolo di studio, il livello soddisfazione degli occupati, i canali di inserimento lavorativo; le entrate previste a livello regionale, compresa la difficoltà di reperimento; le abilità/competenze e le conoscenze; le ADA, le attività e i risultati attesi; la prossimità, ovvero l’elenco delle Professioni affini sulla base delle ADA. Ma anche il il Green & Digital Rating, ovvero la vocazione verde e digitale articolata su 4 livelli; 796 unità professionali delle 813 classificate nella CP-ISTAT 2021 sono state ricondotte a 2.894 occupations ESCO e per il tramite di queste, a complessive 13.266 skills, suddivise in 10.187 Abilità/Competenze e 3.079 Conoscenze e distinte in 1.197 digital skills e 551 green skills.
Un lavoro di elaborazione e ragionamento quotidiano e sistematico, per andare incontro a un’esigenza di rapidità nella trasformazione dei dati che consenta ai Servizi per il lavoro un aggiornamento costante a favore dei cittadini in cerca di impiego, e soprattutto di un impiego consono alle loro aspettative e talenti.