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Intelligenza Artificiale 17.05.2024
Al Festival del Lavoro le suggestioni dell’Intelligenza Artificiale nell’impatto sul mercato del lavoro

Nicastro: “Cambieranno le competenze richieste, non spariranno i posti di lavoro".

L’evento “Gestire le risorse umane con l’AI: opportunità e rischi” ha affrontato il tema chiave del Festival del Lavoro 2024 e ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Paola Nicastro, presidente di Sviluppo Lavoro Italia, Mario Mantovani, presidente Manageritalia, Rosario Rasizza, presidente Assosomm, Aurelio Regina, presidente Fondimpresa, Vincenzo Silvestri, presidente Fondazione Consulenti del Lavoro e in collegamento il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. A moderare il parterre, nell’auditorium della Fortezza Da Basso, il  giornalista, Roberto Inciocchi, il dibattito si è sviluppato partendo dalla consapevolezza che lo sviluppo delle nuove tecnologie non si può rallentare, il confronto ha rappresentato un’occasione utile per capire che il cambiamento generato dall’intelligenza artificiale va governato per cercare, da un lato, di cogliere le sfide e le opportunità offerte per aumentare la produttività e migliorare la qualità del lavoro e dell’occupazione e, dall’altro, per scongiurare il rischio di un aumento delle disparità retributive e una riduzione dell’accesso ai sistemi di sicurezza sociale.
Paola Nicastro, presidente e ad di Sviluppo Lavoro Italia: “L'intelligenza artificiale ci darà delle opportunità all'interno delle nostre aziende, nei contesti organizzativi, lavorativi e produttivi. Sicuramente avrà un impatto molto positivo ma l'intelligenza umana non possiamo lasciarla da parte. Occorre fare in modo che questi processi di cambiamento abbiano l'effetto desiderato in termini di risultati positivi. Non credo spariranno posti di lavoro, piuttosto si cambieranno i posti di lavoro perché le competenze saranno diverse, le domande di lavoro, le necessità per il mondo produttivo saranno diverse e noi dobbiamo accompagnare questo cambiamento investendo sulle competenze delle persone per aggiornarle”.


Anche Rosario Rasizza, presidente Assosomm non è preoccupato dell’avvento dell’Ai sulla selezione delle risorse umane: “L’ultimo miglio sarà sempre dedicato alle persone , guardare chi è la persona ti fa comprendere se sei adatto o meno  ma per quella azienda. Ogni volta che c’è stata una rivoluzione il lavoro è cambiato ma non sparito. È interessante questo modello ma non vedo il pericolo di sostituzione”.

Interessante la visione dei manager rappresentata da Mario Mantovani, presidente di Manageritalia: "In particolare per i manager cambia una fase di processo che è quella di introduzione al lavoro dei giovani. I giovani avranno a disposizione tutto il know-how dell'impresa e potranno quindi rapidamente costruire soluzioni, costruire testi basati sul know-how accumulato negli anni dei loro colleghi più esperti e più anziani. Questo porrà delle sfide importanti all'organizzazione perché ridurrà le differenze tra chi entra in azienda e chi sa utilizzare questi strumenti e coloro che invece lavorano da più tempo", ha sottolineato. "Quindi la curva delle esperienze e dell'apprendimento cambierà drasticamente. Questa per noi manager è forse una sfida principale, oltre a quella di far sì che questi strumenti migliorino la produttività dell'impresa nel suo complesso senza perdere quelle caratteristiche di umanità, di relazione che sono poi fondamentali nei rapporti interni e nei rapporti con i clienti", ha concluso. 


Aurelio Regina, presidente Fondimpresa ha sottolineato: “ sarà importante la formazione in questi processi, è palese, noi siamo davanti ad una grande trasformazione digitale e green, noi da tempo abbiamo investito come Fondimpresa a testimonianza dell’attenzione che abbiamo sulle nuove frontiere. L’industria farmaceutica oggi ha già mappato cento nuove professioni che ancora non hanno una job description, pensate alla velocità di questi cambiamenti”.


Non ha timore rispetto all’intelligenza artificiale il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: "C'è stata una sessione di lavoro del Consiglio europeo, dei ministri della cultura, dedicato all'intelligenza artificiale. Dove ho spiegato che noi non possiamo essere luddisti. La parola 'luddista' viene da Ned Ludd, che era quell'operaio che la notte andava a bruciare i telai perché i telai toglievano dei posti di lavoro. Quindi non possiamo assolutamente fermare l'innovazione e l'implementazione della tecnologia. Detto questo, dobbiamo difendere il valore dell'umano. Perché la creatività, l'arte, la letteratura, il pensiero sono attività tipicamente umane". "Ed ecco perché nel disegno di legge che è stato varato dal governo qualche settimana fa proprio sull'intelligenza artificiale - ha spiegato il ministro - io insieme ai colleghi, in grande concordia, abbiamo chiarito che per esempio il diritto d'autore va riconosciuto soltanto a quei prodotti dove è rintracciabile prevalentemente l'attività umana. Quindi l'intelligenza artificiale va accettata, ma va governata e soprattutto va utilizzata a raziocinio, difendendo sempre il valore dell'umano e consapevoli che poi è la natura umana a creare, a concepire il bello, a darci l'arte. Non può essere una macchina".